Le antiche sagre di San Fortunato

 

 

Una delle caratteristiche più appariscenti della Sagra di San Fortunato, che si ripete ogni anno sempre

fedele dal 1879, è senz’altro lo sfarzo di luci che ravviva la contrada lungo un chilometro e più di

strada. Qualche anno fa lo sviluppo era ancor più lungo, verso Bassano e verso San Lazzaro, ma oggi I’intenso sviluppo urbanistico-viario ci ha indotti inesorabilmente ad un ridimensionamento, pur sempre suggestivo. Gli anziani ricordano ancora la spettacolarità dell’apparato, quando cinquanta anni e più fa non c’era ancora la corrente elettrica e i mille palloncini in carta colorata erano animati dalla calda fiammella di un ‘moccolo’ di candela. La testimonianza delle più antiche carte della Festa ci conferma che

tale fu lo stile e I’usanza già nell’anno 1880, quando le celebrazioni del voto solenne alIa Madonna del Rosario e la sagra presero avvio; mentre in altra documentazione ancor più antica (il Liber Regiminis

S.Fortunati, vecchio manoscritto del 1702 conservato nell’archivio di Santa Giustina presso l’Archivio di Stato di Padova), il monaco benedettino Leandro da Padova oltre che ad una serie di suggerimenti e indicazioni agricole sui vari lavori stagionali della campagna del convento, ci fornisce anche informazioni

sui riti e le tradizioni religiose da conservare e rispettare per la vita religiosa della contrada. Le maggiori feste ricordate sono quella di San Lorenzo (10 agosto), di Santa Lucia (13 dicembre) e, perché no, anche quella della Commemorazione dei Defunti in novembre. Ma ecco il racconto puntuale ch’egli ci fa: «Al 10 di agosto cade la solennità di S.Lorenzo. Questa da noi si celebra dentro una Chiesa Campestre, vicina alla Casa Colonica della Possessione [del Lazzaretto], consecrata a questoSanto.

(Oggi questa chiesetta, vicina alla rosta Rosà non distante dall’attuale centrale elettrica, sulla strada tra San Fortunato e San Lazzaro, non esiste più, distrutta forse dal terremoto del 1695

oppure anche da qualche ‘brentana’).

In detto giorno si addobba la Chiesa con quel decoro che par più proprio.L’acqua vicina della Rosada ci facilita il trasporto di quanto occorre, con tutto che il Lavoradore della Possessione habbia l’obbligo della condotta e ricondotta. Perché questa era una delle maggiori festività di questa Casa era molto solenne l’indulto che si faceva. L’assistenza

dell’Eccellentissimo Signor Podestà di Bassano e della stessa Comunità rendevano magnifica la sagra, e singolare la faceano li nostri Abati di Santa Giustina e quelli di Vicenza, che molte volte vi intervennero. II concorso poi molto grande del Popolo la costituiva allegra con feste e balli nel dopo pranso. ...»

II racconto continua poi lamentando il notevole dispendio di soldo vivo per il ‘Monasterio ed il conseguente ridimensionamento della festa, pur sempre salvando con laudabile sobrietà’ la devozione popolare e le celebrazioni liturgiche. Non molto dissimile era la celebrazione della Festa di Santa Lucia nella chiesetta di Santa Croce Bigolina, al confine fra Tezze e Cittadella: qualche giomo prima della festa, si racconta nel Liber Regiminis, «suole venire al Monasterio il nostro affittuale di Santa Lucia a prendere il bisognevole

 per la prossima solennità della nostra Chiesuola dedicata a questa Santa. Se gli consegna oglio, candelle,

candellotti, candellieri e quanto occorre per l’ornamento dell’altare e bisogno della Santa Messa,

eccetto il calice che già l’habbiamo in detta Chiesuola. ...».

Molto ricca di particolari, perfino curiosi, è poi la descrizione della Commemorazione dei Defunti, in occasione della quale, dopo Ie solenni celebrazioni liturgiche in Chiesa e nel vicino Cimitero, il Padre Rettore con l’aiuto di alcuni Lavoradori dispensano ai poveri popolani intervenuti il Pane Bolengo’

 (segalla e formentello), due stara di minestra di Fava e Fasoli cotti ed infine due mastelli circa di vino.

Senza ombra alcuna di dubbio il ricordo di queste antiche celebrazioni ha fortemente influenzato i nostri nonni quando, dopo circa cento anni, programmarono la nuova grande Sagra di San Fortunato in onore della B.V. del Rosario a ringraziamento della divina protezione durante l’epidemia di angina difterica’.

Oggi i notevoli progressi tecnologici hanno probabilmente mutato qualche aspetto di secondaria

importanza, ma lo spirito popolare dei discendenti diretti e indiretti, nonché la profonda religiosità, sono rimasti perfettamente immutati nel tempo.

 

Giuseppe Zonta

 

Riferimenti storici tratti dai volumi:

«Origini e vicende del monastero

benedettino di San Fortunato di

Bassano» di Franco Signori

 

«Memorie, cronache e personaggi

intorno alla festa votiva di San

Fortunato» di Giuseppe Zonta.